La prima anteprima del 2021 che rimarrà sicuramente nella storia per molti motivi: il primo tra tutti per un tris di annate grandiose, la 2016 Brunello di Montalcino annata, 2015 Riserva ed il promettente Rosso 2019, secondo per l’eccezionalità dell’evento.
Nel suo complesso l’annata 2016 si presenta ottima, già aperta, ed accentua i caratteri e le differenze territoriali dei vini: in alcuni emergono evidenti note di marasca, floreali, in altri invece, come nel versante Nord-Est l’annata 2016 ha esaltato i toni più minerali, terrosi, quasi ematici, con frutta scura; in altri ancora specialmente nel quadrante Sud, zona Sant’Angelo, emerge ricchezza di frutta, sapidità e con toni balsamici.
In buona sostanza sono vini di grande piacevolezza, pronti già al consumo, grazie ad un tannino vivace ma elegante, ben modellato ed un utilizzo del legno dosato. In alcuni casi si è sentita un po’ la nostalgia di quell’acidità tagliente, del tannino nervoso che avrebbe fatto pensare più ad un purosangue da domare invece che al cavallo dressato. Esigenza di mercato oppure cambiamento climatico? Forse entrambi: spesso ci dimentichiamo che, come diceva Galileo Galilei, “il vino è un composto di umore e luce”: cambia in base al tempo ed agli usi e costumi. Oltre alla questione del cambiamento climatico, che non interessa solo Montalcino, si è delineata sempre di più la tendenza delle aziende a presentare, oltre alla Riserva, una Selezione, ovvero una vigna, o un Cru vocato alla produzione di un grande vino che ha portato il Brunello annata ad essere considerato commercialmente la “base” produttiva. Questo giustificherebbe la scelta stilistica di produrre un Brunello di gran qualità ma con un tannino con meno esuberanza, ed un corpo più generoso fin da subito. E viene da chiedersi quale sarà la finestra di tempo dell’annata 2016, in particolare sulla prospettiva che questo cambiamento, sia climatico che di impostazione qualitativa, potrà portare nel lungo periodo.
Dopo aver assaggiato tutti i Brunello Annata (circa 140) ecco i miei 10 migliori assaggi del Brunello di Montalcino 2016:
- Albatreti: austero e rigoroso, note di ciliegia e di arancia sanguinella, sapido e lungo sul finale.
- Poggio di Sotto: complesso e raffinato, gran qualità aromatica della frutta, il tannino è teso e lungo a distendersi.
- Le Ragnaie: un profilo aromatico articolato, note di marasca, terra bagnata, balsamico nel finale, di grande eleganza
- Pietroso: carattere e personalità, profilo olfattivo di toni scuri dominati dalla frutta matura e dalle spezie dolci.
- Salvioni: un classico intramontabile, grande equilibrio tra le note ematiche, terrose e la frutta dai noti scuri con accenni balsamici, il tannino è ruvido e vivace.
- Ventolaio: finezza aromatica e gustativa con note di viola e frutti di bosco, corpo snello ed un tannino ben modellato.
- Franco Pacenti: vino di bell’equilibrio buona freschezza e sapidità che bilanciano le note di frutta scura e balsamiche.
- Pinino: corpo snello, vibrante, un tannino fitto e modellato ricco negli aromi di frutta scura.
- San Polino: vino dinamico e fragrante nei toni della frutta rossa e floreali, corpo fine con accenni sapidi che si allungano sul finale.
- Tiezzi Enzo e Monica: note di frutta scura si alternano a toni balsamici, il tannino è di impatto ma chiude con un finale dolce e lungo.